Tavoletta Angelina

Quella mattina era arrivata la notizia che Angelina era stata vista in città. Nella villa di Adelina era calato un silenzio gelido. Angelina Vialetto era scomparsa da 10 anni. Fin da piccola aveva dimostrato una grande inclinazione per le arti magiche e la sua intelligenza sembrava destinarla a grandi cose. Purtroppo, proprio la sua aspirazione l’aveva portata a rubare un libro proibito di magia nera. Da quel momento, nessuno l’aveva più vista.

La tensione in casa Vialetto era tangibile: e se Angelina fosse diventata malvagia? Se non li avesse nemmeno riconosciuti? All’improvviso, la porta si spalancò senza che nessuno la toccasse. Angelina comparì da un vortice di polvere violetta. “Ciao…mamma”, sussurrò Angelina con voce tremante. Angelina era la figlia di Adelina: la sua scomparsa aveva lasciato un vuoto incolmabile in Adelina. “Pensavo fossi morta” disse Adelina in lacrime mentre l’abbracciava.

“Mamma, zii, mi perdonerete per tutto il dolore che vi ho provocato, ma non potevo tornare. Praticare la magia nera mi ha consumata, erano incantesimi troppo oscuri e potenti. Solo col tempo ho imparato a gestirli e a equilibrarli con la magia bianca. Sono così diventata la più potente strega di questo mondo, perché so controllare le forze opposte dell’universo. Questo è ciò che ho compreso: non esiste luce senza oscurità, non può esistere il bene senza il male, la realtà è generata dalle contraddizioni. Solo accettandole si può giungere all’unità originaria. Sono tornata perché finalmente ho trovato il modo di far assaporare a tutti questa mia scoperta: ho creato una tavoletta al cioccolato bianco con cristalli di liquirizia neri. Il bianco e il nero, il dolce e il salato, la morbidezza e la croccantezza: un’unità di contrasti che esplode in ogni morso.”